Europa League - Falcao-Diego, Europa League all'Atletico

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  1. »Fërnandõ Torreš 9
     
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    I numeri, spesso, parlano da soli. Vincere la seconda Europa League della propria storia, inanellare dodici vittorie consecutive, farlo con il miglior attacco della competizione avendo in panchina uno dei tre personaggi capaci di alzare quel trofeo sia da giocatore che da allenatore e potendo contare su un attaccante da 37 gol in stagione che, nel momento topico piazza la doppietta che firma, di fatto, la coppa non può certo definirsi una casualità. A Bucarest l'Atletico Madrid torna ad alzare il trofeo due anni dopo il successo ai rigori sul Fulham e lo fa mettendo in mostra le armi che sono proprie del suo allenatore, Diego Pablo Simeone, ora in un ristretto club di vincitori multipli insieme a Dino Zoff e Huub Stevens. Finisce a pochi metri dal traguardo il sogno dell'Athletic Bilbao di Marcelo Bielsa, al termine della gara forse meno "loca" dell'intera campagna europea, una sconfitta che non basta tuttavia a ridimensiore effetti e meriti dei baschi, capaci di impressionare nel cammino salvo poi farsi tradire dall'emozione di una finale europea attesa trentacinque anni.
    EL TIGRE GRAFFIA DUE VOLTE - La National Arena di Bucarest accoglie con un colpo d'occhio meraviglioso la prima finale europea di sempre in Romania. In campo e sugli spalti si parla spagnolo, con ben tredicimila tifosi dell'Athletic Bilbao e diecimila colchoneros a tingere di biancorosso ogni angolo di tribuna. La vigilia è stata tutta una contrapposizione tra il tasso tecnico madrileno e la furia basca, ipotesi e supposizioni che vengono letteralmente spazzate via da un ciclone arrivato dalla Colombia, Radamel Falcao. Bastano sette minuti all'ex attaccante del Porto per deliziare il pubblico con un lampo da attaccante di razza, un controllo a mandare fuori giri Amorebieta prima di telecomandare un sinistro che si ferma soltanto sotto l'incrocio dei pali. Una perla che l'Athletic accusa e che, sfortuna basca, non rimarrà isolata. Poco dopo la mezz'ora, dopo che Llorente aveva sbucciato un'ottima occasione a tu per tu con Courtois su suggerimento di Susaeta, "El Tigre" piazza la seconda zampata, quella che fa barcollare tremendamente l'Athletic sul ring di Bucarest: svarione di Amorebieta che dà via libera allo scatenato Arda Turan, palla dentro per Falcao che ubriaca Aurtenetxe, lo fa sedere e scaglia di potenza alla spalle di Iraizoz il pallone del 2-0. Per Falcao si tratta del gol numero trentasette in stagione, nessuno prima di lui era riuscito ad alzare il trofeo per due anni consecutivi, con due squadre diverse e riuscendo a vincere in entrambi i casi la classifica marcatori. Serve aggiungere altro?
    ORGOGLIO BASCO, DIEGO CHIUDE I CONTI - Marcelo Bielsa non può essere soddisfatto di una squadra impaurita, poco dinamica e certamente lontana dal movimento asfissiante capace di eliminare Manchester United e Schalke 04 nei turni precedenti. "El Loco" rivoluziona l'assetto tattico a inizio ripresa, puntando sul fiato infinito di De Marcos e togliendo dal campo Aurtenetxe e Iturraspe per far posto a Ibai Gomez e Inigo Perez. Magia della tattica o frutto della "locura", l'Athletic si rianima, torna a giocare, finendo per limitare l'Atletico Madrid ad un controllo nella propria metà campo e alle sole ripartenze per far male. Tra il 71' e il 77' i baschi hanno almeno tre buone occasione per riaprire la partita ma due volte Ibai Gomez e una volta Susaeta non trovano il varco giusto. Quelle ripartenze con cui l'Atletico aveva trovato ossigeno fino a quel punto diventano corsie preferenziali nelle quali inserirsi senza pietà, come all'80', quando Falcao porta al mal di testa Amorebieta che riesce in qualche modo a contrarlo, con il pallone che sbatte comunque sul palo a Iraizoz battuto. Il gol che chiude la partita arriva sei minuti più tardi e lo firma l'ex juventino Diego, bravissimo ad infilarsi in velocità in area di rigore battendo Iraizoz con un preciso tocco mancino. Solo in pieno recupero arriva la traversa colpito ancora una volta da Ibai Gomez, un sussulto che non basta a cambiare il destino della partita. Finisce con l'Atletico Madrid in trionfo e con le lacrime dei giocatori dell'Athletic, finisce nel modo forse meno atteso ma di certo più giusto. Per la Spagna è il settimo successo nella manifestazione.
    Fabio FAVA (Twitter: @fabiofava11) / Eurosport
     
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