Champions League - Terry "Alexis colpiva dove avevo dolore"

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  1. »Fërnandõ Torreš 9
     
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    Ha perso per la seconda volta la fascia di capitano, ma al suo ruolo al centro della difesa dei Tre Leoni non intende rinunciare. John Terry si mette a disposizione del nuovo ct Roy Hodgson, assicurando che "non volterò mai le spalle all'Inghilterra - le sue parole al 'Sun' - Non rinuncerò alla mia carriera in Nazionale, sono fiero di rappresentare il mio Paese".
    'Degradato' per le accuse di insulti razzisti ad Anton Ferdinand, Terry ribadisce che "non ho mai pensato di lasciare la Nazionale. Ci sono rimasto male per la decisione della Federazione di togliermi la fascia, perché significava tutto per me, ma alle volte devi solo accettare queste cose e andare avanti".
    Terry assicura poi di non aver alcun problema a giocare con Rio Ferdinand, fratello di Anton. "Non sono io a scegliere chi gioca per l'Inghilterra e se sarò chiamato non avro' alcun problema a giocare con chiunque", aggiunge Terry che ricorda con affetto Capello, dimessosi proprio per prendere le difese del centrale del Chelsea. "Mi è dispiaciuto moltissimo - ammette - Sin dal primo giorno è stato al mio fianco, riteneva che uno è innocente fino a prova contraria e l'ho rispettato per questo".
    Da allenatore ad allenatore, si passa a parlare di Andr Villas Boas, con cui ammette di essere ancora in contato, per arrivare a uno dei momenti più bassi del giocatore al Chelsea: la semifinale di Champions League col Barcellona, in cui ha ricevuto quel folle cartellino rosso che gli preclude la finale di Monaco. E' la prima volta che ne parla.
    "Avevo già avuto qualche scaramuccia con Sanchez durante la gara d'andata - racconta - E' un giocatore che si muove bene e un paio di volte ha rischiato di scapparmi via, ma durante i contrasti mi ha colpito diverse volte al costato. Questo vuol dire che era a conoscenza del mio infortunio. Detto questo, è comunque colpa mia. Dopo la partita ho chiesto scusa a tutti perché non è da me: sono un giocatore corretto e forte e amo il gioco duro, ma non ciò che ho fatto. Sono deluso perché ho dato all'arbitro e ai guardalinee l'occasione di lasciare la mia squadra in difficoltà. Fortunatamente il risultato mi ha aiutato, altrimenti non so come mi sarei sentito".
    La finale di Champions League, dunque, non lo vedrà protagonista e questa è una ferita ancora più profonda, visto che in quella di Mosca fu lui a sbagliare in maniera maldestra il rigore decisivo che consegnò la Coppa dalle Grandi Orecchie al Manchester United. "non ci voglio pensare - replica - ero stravolto quando ho sbagliato quel rigore. Ovviamente, un paio di giorni dopo ho dovuto fare i conti col mio cuore infranto per la delusione personale, ma a volte forse le cose non devono accadere e non era il mio destino quello di giocare questa finale".
    Eurosport
     
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